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EGIZIA, RELIGIONE
La moltitudine di divinità locali egizie
incominciò a ricevere una sistematizzazione con la riunificazione
del paese e con la centralizzazione del potere. Il succedersi delle dinastie
e lo spostamento del baricentro in diverse città provocò
un riassestamento degli equilibri nel pantheon egizio con la definizione
di nuove teologie, caratterizzate da differenti gerarchie e genealogie
divine. Frequentemente dei differenti si fusero in una nuova entità
che ne associava sincretisticamente i caratteri. A Eliopoli in cima al
pantheon divino vi era una grande enneade: da Atum nacquero Shu (l'aria)
e Tefnut, da questi Geb (la terra) e Nut (il cielo), da questi Osiride,
Iside, Seth e Nefti. Secondo la teologia di Ermopoli nell'oscuro caos
iniziale esistevano quattro coppie di dei (gli Otto), personificazioni
di qualità negative: il caos (Nun e Naunet), l'oscurità
(Kuk e Kauket), l'indefinito (Huh e Hauhet) e l'ignoto (Amun e Amaunet).
Da Nun affiorò un grumo di terra, e su di questa da un uovo nacque
il Sole. Nella teologia menfita la creazione del mondo era attribuita
a Ptah, operante attraverso il pensiero (il cuore) e la parola (la lingua).
Particolare importanza acquistò il ciclo mitico di Osiride (originario
di Busiri). Osiride, saggio sovrano, fu ucciso e smembrato dal fratello
Seth. Iside, sorella e moglie del dio, ne recuperò le membra e
gli ridiede la vita, mentre il figlio Horus vendicò successivamente
l'uccisione del padre. Osiride risorto divenne il sovrano del regno dei
morti. L'importanza di tale mito, che ebbe diverse interpretazioni nelle
scuole teologiche egizie, è legata all'identificazione del faraone
defunto con Osiride e di quello regnante con Horus, e ai suoi legami con
i riti funebri. Con questi sono connessi i più monumentali edifici
dell'Egitto, le piramidi, e una serie di importanti testi contenenti i
rituali destinati ad assicurare la sopravvivenza del defunto e a garantirgli
il superamento dell'esame di fronte ai giudici degli inferi. La mummificazione
era legata all'idea che la personalità umana fosse strettamente
connessa al corpo e che la conservazione di quest'ultimo fosse condizione
indispensabile per la sopravvivenza di quella, solo parzialmente surrogabile
con statue e dipinti. Tipici della religione egizia sono pure la conservazione
di antiche caratterizzazioni teriomorfe, anche nelle divinità maggiori,
e il culto di alcuni animali, come il gatto.
E. Jucci
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